Storia di Stollhofen

In un documento del 1154 il luogo viene citato come “Stadelhoven” con basilica e castrum. Nel 1212 Heinrich von Stadelhoven rinunciò al suo feudo a favore dell’abbazia di Schwarzach e del cavaliere von Windeck e si ritirò nei suoi possedimenti di Söllingen. Da questo momento il luogo appartenne al cavaliere von Windeck. Il castrum rimase di proprietà del monastero di Schwarzach. Il monastero potè anche sfruttare i propri diritti forestali.

Dal 1275 il monastero potè trasferire la zecca di Vallator, costruita nel 994 sul territorio oggi occupato da Dow, nel “Freihof”, un tempo Herrenhof, a Stollhofen. Ancora prima del 1300 vicino alla vecchia chiesa fu costruita la “città nuova”. Su una vicina isola di forma ovale, protetta dal castello già menzionato nel 1292, venne fortificata una superficie di circa 5 ettari, sufficiente per una sessantina di fattorie con circa 500 anime. Il castello di Stollhofen per secoli fu sede amministrativa e nel 1302 la località fu per la prima volta citata come “città”.

Nel 1309 Eberlin von Windeck vendette il feudo di Stollhofen, con la città e i due paesi di Söllingen e Hügelsheim, al margravio Rudolf von Baden. Dal 1389 il feudo acquistò importanza con l’annessione di altri dieci villaggi e nacque l’entità di Stollhofen, facente parte del Baden. Nel 1490/93 il complesso abbaziale di Schwarzach cedette altri diritti forestali al margravio di Baden.

Nel 1594 a Stollhofen venne stanziata una guarnigione del Baden. In tempo di pace consisteva di 50 soldati. Intorno al 1625 la città contava circa 1000 abitanti, che rappresentarono il suo livello di massimo sviluppo. Oltre alla parrocchia e chiesa principale di San Ciriaco ai margini della città, gli abitanti riuscirono ben presto ad edificare una seconda chiesa all’interno della città dedicata a San Erhard. Due mulini, una mezza dozzina di filatoi di canapa, due conciature, una mola di affilatura, diverse corporazioni artigianali, un punto di attracco sul Reno, testimoniano una popolazione attiva. La scuola alla periferia della cittadina serviva anche i bimbi di Söllingen e Hügelsheim. Quattro mercati annuali e un mercato settimanale garantivano alla popolazione e alla guarnigione l’approvvigionamento delle merci principali.

Le devastanti guerre del 17mo secolo condizionarono negativamente lo sviluppo successivo della cittadina. Con la sua fortezza la città aveva un ruolo strategico, che la portò a venire più volte saccheggiata e distrutta. Uno dei momenti più tragici fu il periodo della lotta per il controllo della linea di Stollhofer, durante la guerra di successione spagnola quando la fortezza fu utilizzata come quartier generale e punto nodale delle attività militari. Nel 1707 per mano delle truppe francesi caddero le ultime fortificazioni. Del castello, delle chiese e delle mura della città non rimase pressoché più nulla. A fatica la popolazione, decimata e ridotta in miseria, riuscì nel 1769 a ricostruire una chiesa adeguata al luogo. Con la riforma amministrativa del 1790 l’antica entità di Stollhofen fu liquidata e con essa andarono persi i diritti della città.

Intorno al 1835 il paese raggiunse nuovamente la soglia dei 1000 abitanti. La comunità ebraica, poi nuovamente sciolta nel 1873, eresse dopo il 1828 una sinagoga nella Herrenstraße. Un certo benessere derivò anche dalla stazione postale realizzata sul posto dai Thurn und Taxis. Un’ondata di emigrazione in America a partire dal 1835 costò alla località la perdita di 338 abitanti nell’arco di una ventina d’anni e solo intorno al 1900 si tornò nuovamente a quota 1000.

Degna di nota è la chiesa barocca realizzata nel 1769 da Franz Ignaz Krohmer, architetto di corte originario del Baden e allievo di Balthasar Neumann. Sulla torre a bulbo la chiesa ha una croce del patriarca (doppia croce) a ricordo della chiesa di san Ciriaco distrutta nel 1632. Lo stile barocco dell’interno colpisce già dall’ingresso per la sua solenne armonia. Particolarmente espressive sono le decorazioni del soffitto realizzate nel 1923 dal pittore Wagenbrenner. Ancora leggibile a stento è la lapide funeraria del 1348, situata davanti alla cappella del cimitero.

Lo stemma di Stollhofen include, oltre ai simboli del Baden, una chiave d’argento su campo blu. Questo sigillo era stato utilizzato già nel 1345 in un documento giudiziario. La chiave simboleggia il concetto di “diritto” e fa da collegamento con San Pietro, uno dei due patroni (Pietro e Paolo) a cui è dedicata la cattedrale di Schwarzach con cui Stollhofen è legata da secoli.

La giustizia a Stollhofen era in origine amministrata dal monastero di Schwarzach nella persona dell’abate. Le udienze si svolgevano solitamente di martedì sulla piazza “sotto i pini”. Con la cessione di Stollhofen anche la giustizia ricadde sotto l’amministrazione del Baden. Nel 1345 il margravio di Baden istituì personalmente un tribunale “sotto il porticato del municipio della sua città, Stollhofen”. Il luogo di esecuzione fu spostato fuori città sulla strada per Lichtenau; ancora oggi il posto si chiama “bosco degli impiccati”.

Numerosi conflitti armati si svolsero intorno alla città fortificata di Stollhofen. Dopo la guerra dei contadini, la città ebbe un ruolo importante nella guerra dei 30 anni, durante la quale fu più volte conquistata e devastata. Uno dei momenti più tragici fu il periodo della lotta per il controllo della linea di Stollhofen, durante la guerra di successione spagnola, quando la fortezza fu utilizzata come quartier generale e punto nodale delle attività militari. Nel 1707 la fortezza fu definitivamente conquistata e le sue fortificazioni rase al suolo; oggi solo gli stretti edifici e i nomi delle strade ricordano la grande epoca di Stollhofen. I diritti goduti dalla città per oltre 500 anni andarono persi con lo smantellamento dell’entità di Stollhofen nel 1790.